Riforma SI? Riforma NO?
Emolumenti contrattuali?
Nuovi fondi per la sicurezza?
Questo dilemma affligge negli ultimi tempi gli operatori del comparto sicurezza e difesa.
Le iniziative proposte sulla sicurezza, low cost in pieno stile Ryanair, dal Governo italiano dovrebbero essere vagliate e condivise dai sindacati di Polizia e dalla Rappresentanza Militare, i qualiavrebbero poi il compito di presentare al personale rappresentato un libro già scritto di cui si conosce anche la trama.
“La promozione è l’oppio dei militari” e i politici hanno capito che dando qualche distintivo in più al Comparto avrebbero accontentato il popolino in vista delle prossime elezioni; la domanda che allora mi pongo è “con quali fondi?”.
L’attuale ipotesi di riordino, dopo la controriforma del 95 che di fatto ha diviso, in due classi sociali, i ruoli, prevede uno stanziamento di quasi 200 milioni, di conseguenza, seppur formalmente daranno qualche grado alla truppa, non si potrà realizzare nulla tranne, come deciso, che abbreviare i tempi per consegnarela dirigenza ai funzionari con ulteriori futuri aggravi sul bilancio pubblico, nel sostanziale disinteresse di chi dovrebbe difendere gli interessi dei lavoratori.
La mia esperienza, mi ha fatto capire che il Principe De Curtis è stato l’unico ad interpretare degnamente la parte del “rappresentante – sindacalista”;nel film “Totò, Peppino e la Dolce Vita”, dove nel ruolo di Presidente dei parcheggiatori abusivi, viene ricevuto dal ministro e,giusto “per venirlo incontro”,mette sul piatto i propri desiderata.
I fatti parlano chiaro, un fronte sindacale polverizzato, una rappresentanza militare dirigista, divisa e afflitta da troppi timori e le divisioni interne tra collaborazionisti e altre fazioni portano inevitabilmente al rafforzamento di chi per l’ennesima volta vincerà questa sfida, perché gli altri attori di questa storia kafkiana hanno paura di vincere.
E chi spinge, o tenta di fare proposte più ragionevoli, viene “scomunicato”e colpito da fuoco amico… non ci resta che prendere atto del fallimento e del fatto che chi ci perde è solo il personale in divisa!
La cruda verità, fa constatare che chi porta le “lagnanze” del personale viene ostracizzato con le solite subdole armi note a tutti, ed il caso del delegato Cocer dell’Esercito “portatore di problemi” è solo la punta dell’iceberg,mentre sono altri gli interessi meritevoli di tutela.
E nessuno degli attori coinvolti esige dal Governo il rispetto della Sentenza della Corte Europea sui diritti sindacali ai militari, anzi si assiste in silenzio religioso, al funerale del Corpo Forestale,che ha dato un determinante contributo nelle inchieste della Terra dei Fuochi, facendolo assorbire dall’Arma dei Carabinieri e privandolo dei diritti sindacali, con conseguente assoggettamento alla tutela della Rappresentanza Militarecon le sue armi spuntate.
Nel Paese che vanta il triste primato, secondo Trasparency International, di campione d’Europa della corruzione, vengono fatte leggi anticorruzione, si formano autorità di vigilanza e garanzia, ma viene sempre meno l’autorevolezza ed il buon esempio, lavorando su filiere e correnti di pensiero,adottando la “Dottrina Moreno” di coreana memoria, che spesso portano alla sola “tutela giolittiana di interessi oligarchici”, indebolendo sempre di più le forze di polizia… dipenderà forse dai frequenti arresti giornalieri nei confronti di politici e faccendieri?
E mentre i nazisti veri scappano in sudamerica, a Norimberga si celebra il processo all’ammiraglio Attila Canarinis, criminale di guerra napoletano.
Non è che con lo scambio dei prigionieri politici a Brandeburgo (Totò e Peppino divisi a Berlino), che si previene la corruzione e si risolve il problema del mancato rispetto della legalità, intesa come valore universale, oggettivo e imprescindibile.
Ma la storia insegna che stranamente tutti, soprattutto quelli che contano, si indignano, si impegnano ma poi all’atto pratico gettano la spugna,accontentandosi del bacio in bocca, perché nessuno ha il coraggio di cambiare e fare un passo indietro verso una giustizia sociale più equa.
Troppe interpretazioni, troppi pregiudizi, e le pubbliche amministrazioni a causa di deficienze organiche e scarsità di risorse non possono più permettersi il lusso, di ordinare “codici rossi” nei confronti dei dipendenti, su convincimenti aleatori, secondo la migliore tradizione bizantina e levantina del pragmatismo anglosassone, favorendo lo scambio dei prigionieri politici a Brandeburgo.
Il peggioramento delle condizioni di lavoro viene testimoniato dai “bollettini” che riportano le disgrazie che patiscono le famiglie degli appartenenti alle forze di polizia; vi siete mai posti il dubbio che se vi fosse la corretta applicazione delle norme a tutela dei lavoratori, le “trade union” non avrebbero avuto ragione di esistere.
Ma esiste una grande differenza tra la norma materiale e quella formale, e certe battaglie, almeno da chi ci crede ancora, non sono state fatte per interesse personale, anzi hanno prodotto solo attacchi da parte di coloro che rappresentano la massima espressione del consociativismo, che chiudendosi nella stanza dei bottoni screditavano ogni altrui proposta tesa al benessere del personale,solo per compiacersi al cospetto del Sultano!
Si può concretamente affermare il principio per cui non è bugiardo chi stravolge la verità, quello è solo un falso grossolano, il vero bugiardo è l’infimo che cambia una piccola parte del fatto per portare chi ascolta sulla strada sbagliata e creare pregiudizio nei confronti del cittadino che ha imparato a fare il proprio dovere, con la libertà di dire coscienziosamente “NO” e dissentire con le tendenze correnti ed i personaggi più rampanti quando ce n’era bisogno.
Queste creature del fango, agiscono in modo subdolo minando la credibilità degli altri per trarne opportuni vantaggi… solo offrendo sacrifici umani si guadagna la “misericordia degli dei”, lasciando gli altri alla mercé dei tagliagole.
A quale prezzo?
I trenta denari o corrispettivo forfettario equivalente finiscono, la vita è un viaggio e bisogna solo scegliere la rotta, e si prende beffa di tutti, anche di chi si sente unto da Nostro Signore dove i veri vincitori, quelli senza gloria, saranno coloro che sono riusciti a non tradire i veri valori fondamentali.
Ma una riflessione è eticamente doverosa: se qualcuno (pochi eletti) vince, chi è che ne esce sconfitto?
Vi è imbarazzo della scelta: oggi perde la vittima del dovere, chi serve onestamente lo Stato, il cittadino onesto che paga le tasse e non può nulla di fronte agli sprechi, perde la sicurezza, perde la legalità, perde chi si vede scavalcato in carriera per meriti comparativi, o effetto doping derivato da dinamicheinterne connesse a ricompense o penalizzazioni.
In una Nazione che si professa Civile non è giusto che chi ha potere decisionale, non vivendo il problema sulla propria pelle, non lo affronti in modo adeguato, contando solo sull’assuefazione dei destinatari, agli effetti del blocco stipendiale sull’economia e sulla cristiana rassegnazione. Dovrebbe essere prevista una responsabilità civile a carico di chi agisce, in questa lotta impari, abusando degli strumenti messi a disposizione e riversa tutto sui cittadini.
Oggi il peggiore dei tradimenti interessa tanti uomini in divisa che hanno continuato a credere nei valori facendo il proprio dovere, anche con la consapevolezza, nell’era dei Quisling, che “capacità” e “merito”vengono considerati peccati mortali imperdonabili da perseguire in tutte le sedi, mirando soprattuttoa minarne la credibilità coltivando zizzania nel fertile terreno dell’ipocrisia… ma bisogna continuare a servire l’Istituzione con l’amore che ci lega all’uniforme, e sicuramente non a chi la indossa.
Un uomo è la somma delle sue azioni,quello che ha fatto e quello che può fare.
“Cambiare tutto per non cambiare niente” ma ritengo che …..si è persa un’altra occasione.
Buona lettura.
Gaetano Ruocco